Info
A cura di Donatella Migliore
Molto simile al “dripping” e per certi versi antesignana della tecnica che ha reso celebre Jackson Pollock, il pouring non è solo pura gestualità, ma è anche grande alchimia nel mescolare i colori acrilici, nel dosarne le quantità e infine nel saper calibrare le tempistiche: una tecnica che richiede studio, molta esperienza e pazienza, nella quale Roberto De Cristoforo si riconosce pienamente, per gli spazi di ricerca e introspezione che offre. Il risultato è sorprendentemente d’effetto, a metà strada tra una superficie marmorizzata e un organismo vivente ingrandito mille volte al microscopio per studiarne la mappa cellulare. Una pittura non dipinta, o almeno non secondo le tecniche tradizionali; superfici che si possono abbandonare alla casualità o che vengono addomesticate con semplici fogli di carta, che assecondano il senso e la direzione delle campiture cromatiche, o con spatole o altri mezzi che l’esperienza suggerisce di usare. L’altro versante su cui De Cristoforo sta lavorando è l’arte digitale, utilizzando alcuni programmi, da photoshop ad altre applicazioni, che interagiscono con la fotografia e conducono a soluzioni inaspettate, virate su atmosfere meditative o al contrario su un’insistita drammaticità, pur partendo dal medesimo soggetto, a sottolineare quell’orizzonte infinito e inesauribile di stati d’animo che siamo tutti noi. Si ritrova molto in questi lavori Roberto De Cristoforo, forse per la sperimentazione incessante che gli offre la tecnica o anche per gli innumerevoli esiti cui può approdare. Ma è solo una tappa; l’artista è in continua evoluzione e il suo incessante sperimentare lo conduce non solo sulla strada della pittura o della digital-art, ma anche in direzione della scrittura che da sempre lo affascina e cui in questo ultimo periodo si sta dedicando in modo particolare. Il suo segreto è la curiosità e la passione; un binomio che se da un lato non ti dà pace perché ti costringe a ricercare incessantemente, dall’altro è linfa vitale e inesauribile per non sedersi, per non fermarsi mai e stabilire con se stessi sempre nuove sfide e questo un artista, vero, lo sa.
A cura di Elena Poli
Action Painting, Dripping, Pouring, Fluid art: l’evoluzione dell’espressionismo astratto. C’è chi modella la propria arte traendo insegnamenti dalle forme classiche figurative, eleganti e strettamente rappresentative della realtà; altri pittori, invece, si ispirano all’arte del Novecento: informale, concettuale, astratta. Roberto de Cristoforo appartiene a questo secondo gruppo di artisti che mutano gesti minuziosamente accurati nella loro massima espressione artistica. Il pittore guarda ai grandi inventori di questa nuova arte come Jackson Pollock, Mark Rothko (per citare i più noti): per primi loro, in risposta ai grandi cambiamenti della società del XX secolo e all’esigenza di esprimersi attraverso nuove forme accattivanti per il pubblico, si allontanarono dalla classica figura realisticamente dipinta sulla tela per liberare l’energia del gesto e del colore su tele sconvolgenti e di nuovo impatto visivo.
L’artista, così, avvia la sua carriera artistica dando al colore e al suo imprevedibile viaggio sulla tela il compito di raccontare all’osservatore la realtà attraverso forme meno scontate ed evidenti. Talvolta un colore entra impetuoso fra tonalità già attecchite sulla superficie e queste si incontrano, scontrano, si sbriciolano e si ramificano cercando altrove il loro spazio nell’opera; in altri casi, giocando sulle variazioni cromatiche dello stesso pantone o, mescolando toni contrastanti fra loro, De Cristoforo guida la materia dosando corretta energia e precisa direzione del gesto perché sia essa stessa attrice protagonista sulla tela e autrice del suo stesso destino.
Il risultato del complesso e stimolante pensiero artistico di De Cristoforo si traduce in tele abbaglianti di luci e colori, soggetti di forma astratta che accompagnano l’osservatore verso l’incontro di un tessuto di relazioni molteplici e differenti, emozioni, di realtà complesse, tutte espressioni sintetiche delle infinite sfaccettature dell’essere umano.